Martina Sergi

Co-founder YOME, autrice e insegnante internazionale di yoga
Martina Sergi
H:
Raccontaci un po’ di te Martina, come ti sei avvicinata al mondo dello yoga e cosa ti ha portato ad avvicinarti a questo mondo? Qual è oggi il tuo grande “Perché”?
MS:
Ho scoperto il mondo dello Yoga quando stavo scrivendo la mia tesi di laurea. Era un periodo particolare perché ero un po’ stressata e allo stesso tempo un po’ rigida. Da un lato stavo cercando qualcosa per allungarmi ed essere flessibile a livello fisico, e da un altro lato cercavo un’attività per stare meglio mentalmente, proprio perché stavo vivendo un momento molto stressante. Ho scoperto lo yoga su Instagram, grazie a tante persone che facevano fitness e che avevano integrato questa disciplina nella loro routine. Ho iniziato a vedere quello che facevano loro e ho visto che era qualcosa che poteva essere utile anche a me e che poteva rispondere a questi miei due bisogni. Ho cominciato a cercare classi su YouTube e fin da subito mi sono resa conto dei benefici che stavo vivendo sulla mia pelle, all’inizio a livello fisico e, man mano che praticavo, anche mentalmente.

Lo yoga mi ha aiutata a essere più calma, a staccarmi dalla mia routine stressante e a sapermi prendere il mio tempo. Ricordo che, mentre scrivevo la tesi, riuscivo a dire “no aspetta, questa mezz’ora stacco da tutto e mi dedico alla mia classe yoga”. Da questa mia esperienza posso dire che è emerso il mio “Perché”, ovvero se io sono stata bene, se lo yoga mi ha dato tanto, mi ha aiutata e mi ha fatto conoscere parti di me, allora posso aiutare anche gli altri.

Consideriamo anche che la carriera come insegnante non è nata subito, ma è maturata nel tempo, con consapevolezza e desiderio di condivisione. Un altro aspetto da considerare è il fatto che nel 2016 in Italia lo yoga non era una disciplina molto diffusa, specialmente online. Qui in Italia sono stata la prima a condividere tantissimo online sui social e in quel momento il mio pensiero era “se ha fatto bene a me, posso condividerlo perché può essere di supporto anche ad altri”.

H:
Chiarissimo, grazie Martina! Invece a livello professionale cosa ti ha insegnato lo yoga?
MS:
Devo dire che a livello professionale all’inizio non è stato facilissimo perché i principi positivi dello yoga non sempre si rispecchiano in ogni realtà che incontri. All’inizio ho trovato tanto sfruttamento e anche tanto giudizio. Ovviamente non ero contentissima di questi due aspetti, che poi sono stati anche la spinta a creare da subito qualcosa di mio, in cui poter trasmettere passione e gli aspetti autentici che a volte non trovavo in molti studi e realtà. Pensa che all’inizio moltissimi mi giudicavano perché facevo yoga online, e per molte persone era una cosa inaudita. Di mio sono una persona forte e convinta, però a quel tempo avevo 25 anni, ed era pesante sentire tutto questo giudizio nei miei confronti e il mio pensiero è sempre stato “Perché giudicare una persona nel momento in cui fa qualcosa di “positivo”?
Ci tengo anche a sottolineare, che ho anche trovato studi in cui mi sono trovata molto bene e nel tempo ho imparato ad essere selettiva, a dire “aspetta, questa realtà è allineata ai miei valori, questa no”. Il mio passato mi ha insegnato tanto: a saper accogliere le sfide, a essere più forte, a farmi scivolare addosso alcune cose e anche a dire “No, se tu sei convinta che questo sia giusto, vai avanti”.

Ora la visione generale è molto diversa, lo yoga online è molto più diffuso e moltissimi insegnanti insegnano solo online. È cambiato molto l’approccio a questa disciplina, c’è più apertura.
Martina Sergi
H:
Possiamo dire che il covid ha cambiato un po’ il pensiero e l’approccio delle persone, nel senso che, anche nel momento in cui le persone sono rimaste ferme o comunque bloccate in casa, sono state anche un po’ costrette a valutare quello che prima (a causa di convinzioni) non valutavano nemmeno.
MS:
Assolutamente sì. Infatti, prima del covid mi rivolgevo molto di più a una community internazionale, parlavo spesso in inglese nelle stories e creavo contenuti indirizzati a un pubblico internazionale.

Dopo il covid ho iniziato a rivolgermi di più alle persone parlando in italiano perché la sensibilità della community italiana era cambiata e ho risposto a un segmento di mercato che prima non c’era.


Oggi posso dire che le sfide portano spesso a soddisfazioni, perché con fatica e sudore io, le mie due socie, Martina Rando e Claudia Casanova, e il nostro team siamo riusciti a creare una community solida, che pratica tutti i giorni, che scrive a me o agli altri insegnanti per condividere feedback. Questo ti gratifica e mi fa capire che i valori, di cui ti parlavo prima, nel tempo trovano un riscontro tangibile.
H:
Quali sono gli aspetti che nella tua quotidianità ti stimolano e soprattutto ti motivano?
MS:
Allora, ad oggi ti dico la Community che si è creata e che continua a crearsi e svilupparsi, proprio perché si crea una relazione con chi ci segue e pratica insieme a noi. Abbiamo anche un gruppo Telegram in cui proprio le ragazze iscritte a Yome scrivono e si confrontano. Ogni giorno entro a leggere i messaggi ed è sempre bello vedere i feedback delle persone che si sentono bene, che trovano efficaci le classi e che, soprattutto, stanno riscontrando benefici mentali e non solo fisici.
H:
Parliamo un po’ di Yome, la tua azienda, sviluppata da te, Claudia Casanova e Martina Rando. Qual è la mission e la vision che insieme avete sviluppato per questo progetto?
MS:
Noi siamo partite tutte e tre da background diversi. Io e Martina però avevamo un percorso più simile visto che entrambe abbiamo frequentato tante palestre, abbiamo fatto studi simili e avevamo avuto le stesse difficoltà. Claudia veniva dal mondo corporate in azienda. La cosa bella è che tutte e tre avevamo la stessa convinzione, ovvero che “l’unione fa la forza”.

Tantissimi insegnanti e personal trainer, non solo nel campo yoga, hanno il loro metodo, la loro piattaforma. Spesso i progetti sono seguiti solo da un/a singolo/a trainer e noi invece abbiamo la convinzione che tu non puoi essere un tuttologo, che nessuno ha il metodo migliore di tutti gli altri. Ogni professionista è specializzato in una specifica area e saprà soddisfare i bisogni di un gruppo di persone specifico. A questo proposito, durante il covid tantissimi trainer facevano le live su Instagram dicendo “tutte le settimane vi alleno”, “facciamo yoga insieme”. Noi tre sin da subito abbiamo detto “Offriamo tre classi settimanali, una io, una Martina e una Claudia così creiamo un pacchetto completo per chi ci segue”. È proprio da qui che è nato Yome. Siamo consapevoli anche del fatto che noi tre da sole non siamo abbastanza.

Oggi su Yome si trovano diversi stili di yoga, per diversi livelli, c’è il fitness, il pilates, la meditazione e la nutrizione: è un progetto ampio. La mission è proprio questa, ovvero fornire uno strumento di benessere a 360° attraverso professionisti certificati e guidati dalla passione. Infatti noi non collaboriamo mai con professionisti se non sono certificati per ciò che insegnano. Ti faccio un esempio, per la sezione dedicata alla meditazione ci sono psicologi, che hanno uno studio molto approfondito della mente umana e che hanno sviluppato una sensibilità superiore. Questo vale per ogni area, come la nutrizione, il pilates e la nuova area self-care che stiamo sviluppando giorno dopo giorno.
Martina Sergi
H:
Parliamo un po’ del mondo del lavoro e nel nostro caso dell’ospitalità. Come ti accennavo questo settore è spesso ricco di stress, anche a causa di ritmi di lavoro elevati. Cosa consigli a chi lavora a livello di Management, ma anche a chi lavora direttamente a contatto con il pubblico?
MS:
Sicuramente un mezzo molto potente è la respirazione che spesso sottovalutiamo. La respirazione è in grado, ad esempio, di raffreddare il corpo o riscaldare il corpo, è in grado di calmarci per gestire l’ansia in modo consapevole.

Ciò che consiglio è di fermarci quando ci sentiamo sopraffatti e di dedicarci anche pochi minuti, in piena consapevolezza. Per esempio, in un momento di stress elevato, possiamo fermarci un secondo e attuare una respirazione calmante. È un aspetto che va approfondito e studiato perché è uno strumento che può aiutarti nei momenti di “emergenza emotiva”. Nel mondo dello yoga si fa tanta respirazione, si impara ad usare il diaframma perché molto spesso respiriamo di petto, invece bisogna respirare col diaframma. Se impariamo a respirare bene nel momento del bisogno lo sappiamo fare e usare a nostro vantaggio. Consiglio poi di trovare all’interno della propria giornata 10-30 minuti in cui dedicarci completamente a noi, per il nostro benessere. Non per forza devono essere 30 minuti di yoga. Per esempio, ci possiamo dedicare mezz’ora alla nostra skin-care la mattina. In quei trenta minuti non guardi il telefono e ti dedichi interamente a te stesso/a in un’ottica “mindful”, consapevole. Dedicare del tempo a se stessi ha molteplici benefici. Innanzitutto, la salute fisica e mentale, e poi si impara a conoscersi e a riconoscere cosa ci fa stare bene e cosa no.
H:
Grazie, Martina! Ho un’ultima domanda per te e può essere di aiuto a chi legge il nostro Magazine. Yome propone anche programmi aziendali o in questo caso anche dedicati anche alle strutture alberghiere?
MS:
Assolutamente sì! Collaboriamo con le aziende o strutture alberghiere sempre portando avanti gli stessi valori e principi che dedichiamo ai privati. Possiamo allinearci e accordarci per dare gli accessi ai collaboratori interni oppure è possibile sviluppare dei pacchetti ad hoc, perché alcune realtà possono essere interessate solo a una sezione, o a corsi base, esercizi da fare alla scrivania e così via. Con le strutture alberghiere e le aziende possiamo anche organizzare degli eventi per i propri collaboratori.
H:
Grazie Martina! A nome mio e di Hospite ti faccio i complimenti, innanzitutto per la tua esperienza che hai condiviso e per la tua professionalità! In bocca al lupo per il tuo futuro e quello di Yome, progetto che ritengo di grande valore!
MS:
Grazie a voi, è stato un piacere!